TAO TE CHING – Lao Tzu

I – DELINEA IL TAO

Il Tao che può essere detto
non è l’eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l’eterno nome.
Senza nome è il principio
del Cielo e della Terra,
quando ha nome è la madre
delle diecimila creature.
Perciò chi non ha mai desideri
ne contempla l’arcano,
chi sempre desidera
ne contempla il termine.
Quei due hanno la stessa estrazione
anche se diverso nome
ed insieme sono detti mistero,
mistero del mistero,
porta di tutti gli arcani.

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De l’Infinito, Universo e Mondi – Giordano Bruno

PROEMIALE EPISTOLA,
SCRITTA ALL’ILLUSTRISSIMO SIGNOR MICHEL DI CASTELNOVO
Signor di Mauvissiero, Concressalto e di Ionvilla, Cavallier de l’ordine del Re Cristianissimo, Conseglier del suo privato Conseglio, Capitano di 50 uomini d’arme e Ambasciator alla Serenissima Regina d’Inghilterra.
Se io, illustrissimo Cavalliero, contrattasse l’aratro, pascesse un gregge, coltivasse un orto, rassettasse un vestimento, nessuno mi guardarebbe, pochi m’osservarebono, da rari sarei ripreso e facilmente potrei piacere a tutti.

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L’apologia di Socrate – Platone

L’apologia di Socrate, scritto da Platone

I.

Quello che è avvenuto a voi, Ateniesi, in udire i miei accusatori, non so; ma io, per cagion loro, poco meno mi dimenticai di me stesso, cosí parlarono persuasivamente: benché, se ho a dire, essi non han detto nulla di vero. Ma delle molte loro menzogne ne ammirai massimamente una, questa: dissero che a voi bene conveniva guardarvi non foste tratti da me in inganno, perciò che sono terribile dicitore. Imperocché a non vergognarsi che tosto li avrei smentiti, mostrando in fatto non essere niente terribile dicitore, questa mi parve la lor maggiore impudenza: salvo che non chiamino terribile dicitore uno che dice il vero; ché, se intendono cosí, ben consentirei che sono oratore io: ma non a lor modo. Essi dunque han detto poco o nulla di vero, come io dico; ma da me voi udirete tutta la verità. Non, per Giove, orazioni ornate, come le loro, di frasi e parole belle; ma sí udirete cose dette senza niuno studio, con quelle parole che vengono, ma giuste, io credo; e niun di voi si aspetti altro da me. Perché non istarebbe bene, che io, o cittadini, venissi innanzi a voi come un giovinetto che modelli sue orazioni; io, a questa età. Anzi, o Ateniesi, di questo prego voi, e voi supplico, che se udite me con quelle parole difender me stesso con le quali son solito parlare e in mercato ai banchi, dove mi hanno udito molti di voi, e altrove, non vi maravigliate né facciate rumore. La cosa va cosí: io, la prima volta ora, vengo su in tribunale e ho settant’anni; onde alla dicitura di qui sono proprio forestiero. E dacché, se fossi veramente forestiero, voi mi perdonereste se io vi parlassi in quella voce e quel modo ne’ quali fossi allevato, prego voi ora (e mi par che a ragione) che non badiate alla maniera di dire (forse potrebb’ella esser peggio, forse meglio), e guardiate solo e consideriate se dico cose giuste, o no. Imperocché questa è la virtú del giudice; quella dell’oratore poi, è dire il vero.

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Seneca – La serenità

ebook seneca - la serenità

Da qualche tempo scruto con attenzione dentro di me, Seneca, e ho scoperto diverse categorie di difetti: gli uni assai evidenti, che si possono, per così dire, toccare con mano, altri meno evidenti e più nascosti, altri ancora discontinui, che si ripresentano a intervalli; questi ultimi sono forse i più molesti, e assomigliano a nemici sparsi qua e là, pronti ad assalirmi alla sprovvista, nei confronti dei quali non so mai che comportamento adottare, se tenermi sempre all’erta, come si fa in tempi di guerra, o disarmato e tranquillo, come in tempo di pace.

C’è un mio atteggiamento, in particolare, che detesto (perché non dovrei dirti la verità come farei con un medico?): di non sentirmi né del tutto libero da ciò che temo e odio, né del tutto sottomesso al suo dominio. Mi trovo in una situazione non certo disperata, ma certamente sgradevole e fastidiosa: non sono propriamente malato, ma non sto nemmeno bene.

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Discorso Sul Metodo – Cartesio

Cartesio - Discorso sul metodo

Il buon senso è tra tutte le cose quella meglio distribuita: ciascuno infatti ritiene di esserne così ben fornito, che persino quelli che su di ogni altra cosa sono i più difficili a contentarsi, di solito non ne desiderano di più di quanto non ne posseggono. Non è verosimile che tutti si ingannino in proposito, ma questa circostanza sta piuttosto a testimoniare che la facoltà di giudicare bene e di distinguere il vero dal falso – nel che consiste propriamente ciò che si chiama buon senso e ragione – è per natura eguale in tutti gli uomini, e che perciò la diversità delle nostre opinioni non dipende dal fatto che gli uni siano più ragionevoli degli altri, ma semplicemente dal fatto che conduciamo i nostri pensieri per vie diverse, e non consideriamo le stesse cose. Non è sufficiente infatti essere dotati di un buon ingegno, ma l’importante è saperlo applicare bene. Le anime più grandi sono capaci dei maggiori vizi come delle maggiori virtù, e coloro che procedono molto lentamente, se seguono sempre il giusto cammino, possono percorrere un tragitto assai più lungo di quelli che corrono, ma se ne allontanano.

Per quanto mi riguarda non ho mai presunto che il mio ingegno fosse in nulla più perfetto di quello di qualsiasi altra persona; anzi ho spesso desiderato di avere un pensiero così pronto, o l’immaginazione così netta e distinta, o la memoria così vasta o così presente come quella di altri. E oltre a queste non conosco quali altre qualità possano contribuire alla perfezione dell’ingegno, perché, per quanto riguarda la ragione o il buon senso, essendo essa l’unica qualità che ci rende uomini e ci distingue dalle bestie, voglio credere che essa sia tutta intera in ciascun uomo, seguendo in ciò l’opinione comune dei filosofi, i quali affermano che il più e il meno concernono esclusivamente gli accidenti non le forme o nature degli individui appartenenti a una stessa specie.

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Elogio alla follia-Erasmo Da Rotterdam

copertina elogio alla follia

Elogio alla follia – Erasmo da Rotterdam

Erasmo da Rotterdam
al suo Tommaso Moro

Giorni fa, tornando dall’Italia in Inghilterra, per non sprecare in chiacchiere banali il tempo che dovevo passare a cavallo, preferii riflettere un poco sui nostri studi comuni e godere del ricordo degli amici tanto dotti e cari, che avevo lasciato qui. Fra i primi che mi tornavano alla mente c’eri tu, Moro carissimo. Anche da lontano il tuo ricordo aveva il medesimo fascino che esercitava, nella consueta intimità, la tua presenza che è stata, te lo giuro, la cosa più bella della mia vita.

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La scienza nuova-Vico

la scienza nuova giambattista vico

La scienza nuova – Giambattista Vico

Se l’uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica, la stessa metafisica, vi è tuttavia un’attività creatrice che gli appartiene

« questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro le modificazioni della nostra medesima mente umana »

Compito della ‘scienza nuova’ sarà quello di indagare la storia alla ricerca di quei principi costanti che, secondo una concezione per certi versi platonizzante, fanno presupporre nell’azione storica l’esistenza di leggi che ne siano a fondamento com’è per tutte le altre scienze:

« Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni…ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch’essi uomini si avevan proposti »

Giambattista Vico Ibidem, Conclusione)

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Gli assurdi della torre del filosofo-Wolky

TIZIANO UMBERT WOLKY

(2001 – 2005) romanzo breve a libera diffusione

1 Gli Assurdi della Torre del Filosofo

– Parte Prima – Come fu scoperta la torre del filosofo

1.0 La leggenda narra che Empedocle, il filosofo,un giorno salì sull’Etna per studiarne e carpirne i fenomeni;arrivato in cima vi edificò la sua dimora.

Ma il suo costruttore ebbe una terribile fine:

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