Le Poesie : Saffo

poesie

Per chi ama la poesia e l’amore, il nome di Saffo, con il suo stile così straordinariamente limpido ed intenso,il suo linguaggio,semplice ma allo stesso tempo raffinato e prezioso, ricco di immagini luminose la rendono una poetessa tutt’ora indimenticabile, il classico mito senza tempo.Celebratissima fin dall’antichità, la sua figura fu presto avvolta da caratteri leggendari. Famosa è la leggenda del suo suicidio per un amore non corrisposto verso il giovane battelliere Faone.Saffo nacque in Grecia precisamente nell’isola di Lesbo intorno al 650 a.C. ma trascorse la maggior parte della propria vita a Mitilene, la città più importante dell’isola.Di famiglia aristocratica, per motivi politici da bambina seguì la famiglia in esilio in Sicilia, probabilmente a Siracusa, per una decina d’anni, ma poi ritornò a Mitilene dove curò l’educazione nella famosa comunità legata al culto di Afrodite, chiamata Tiasos,ovvero una sorta di associazione in cui le fanciulle di nobili famiglie si formavano all’esperienza della vita artistica,musicale e sociale. La sua poesia scaturì dalle emozioni vissute all’interno del raffinato sodalizio femminile da lei diretto, e l’incanto dei suoi versi sta nell’assoluta naturalezza con cui si esprimono le vibrazioni sottili e tormentose dei sentimenti.Saffo indaga sulle emozioni interiori in particolare cantò l’amore in tutte le altre sue molteplici sfumature,non mancano però versi dedicati alla natura, ad Afrodite,alla madre, alla figlia Cleide e al fratello.Ella scrisse in dialetto eoloico e in diverse forme metriche tutte tipiche della lirica monodica, fra cui un nuovo modello di strofe, dette “saffiche”, composte di quattro versi ciascuna: i primi tre endecasillabi e il quarto di cinque sillabe. Tale forma metrica fu ripresa da molti poeti, fino alla “metrica barbara” di Carducci.La biblioteca di Alessandria possedeva anticamente su Saffo nove libri,ma oggi della copiosa produzione letteraria di Saffo rimangono solo pochi frammenti di una certa ampiezza e numerosi di piccola mole ma difficile comprensione.

Saffo nel tiaso

Boccaccio scrisse di lei:
…In mezzo a uomini rudi e ignoranti Saffo, spinta dalla sua intelligenza vivace e dal suo ardore, frequentò le cime del Parnaso, cioè dello studio perfetto. Il suo coraggio e la sua audacia la resero compagna gradita alle Muse, cioè alle arti e alle scienze. E penetrò nella foresta piena di allori e di piante di maggio, di verzura e di fiori multicolori dai soavi profumi, e di diverse erbe, là dove dimorano tranquille Grammatica, Logica, la nobile Retorica, Geometria, Aritmetica. Avanzò talmente su questo cammino che entrò nella caverna profonda di Apollo, dio del sapere, e scoprì le acque della fontana Castalia; imparò a suonare l’arpa pizzicando le corde con il plettro e danzava con le ninfe, cioè secondo le leggi dell’armonia e dell’accordo musicale…”

Ecco qui alcuni dei frammenti rimasti:

Ad Afrodite

Saffo

O mia Afrodite dal simulacro
colmo di fiori, tu che non hai morte,
figlia di Zeus, tu che intrecci inganni,
o dominatrice, ti supplico,
non forzare l’anima mia
con affanni né con dolore;
ma qui vieni. Altra volta la mia voce
udendo di lontano la preghiera
ascoltasti, e lasciata la casa del padre
sul carro d’oro venisti.
Leggiadri veloci uccelli
sulla nera terra ti portarono,
dense agitando le ali per l’aria celeste.
E subito giunsero. E tu, o beata,
sorridendo nell’immortale volto
chiedesti del mio nuovo patire,
e che cosa un’altra volta invocavo,
e che più desideravo
nell’inquieta anima mia.
” Chi vuoi che Péito spinga al tuo amore,
o Saffo? Chi ti offende?
Chi ora ti fugge, presto t’inseguirà,
chi non accetta doni, ne offrirà,
chi non ti ama, pure contro voglia,
presto ti amerà.”
Vieni a me anche ora:
liberami dai tormenti,
avvenga ciò che l’anima mia vuole:
aiutami, Afrodite.

Frammento 2
INVITO ALL’ERANO
Venite al tempio sacro delle vergini
dove più grato è il bosco e sulle are
fuma l’incenso.
Qui fresca l’acqua mormora tra i rami
dei meli: il luogo è all’ombra di roseti,
dallo stormire delle foglie nasce
profonda quiete.
Qui il prato ove meriggiano i cavalli
è tutto fiori della primavera
e gli aneti vi odorano soavi.
E qui con impeto, dominatrice,
versa Afrodite nelle tazze d’oro
chiaro vino celeste con la gioia.

Frammento 31
A ME PARE UGUALE AGLI DEI
A me pare uguale agli dei
chi a te vicino così dolce
suono ascolta mentre tu parli
e ridi amorosamente. Subito a me
il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda, e la voce
si perde sulla lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi e il rombo
del sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.

Frammento 34
PLENILUNIO
Gli astri d’intorno alla leggiadra luna
nascondono l’immagine lucente,
quando piena più risplende, bianca
sopra la terra.

Frammenti 20, 50, 52, 94 e 137
TRAMONTATA E’ LA LUNA
Tramontata è la luna
e le Peiadi a mezzo della notte;
anche la giovinezza già dilegua,
e ora nel mio letto resto sola.
Scuote l’anima mia Eros,
come vento sul monte
che irrompe entro le querce;
e scioglie le membra e le agita,
dolce amara indomabile belva.
Ma a me non ape, non miele;
e soffro e desidero.

Frammento 58
E DI TE NEL TEMPO
Tu morta, finirai lì. Né mai di te
si avrà memoria; e di te nel tempo
mai ad alcuno nascerà amore,
poi che non curi le rose della Pieria.
E sconosciuta anche nelle case dell’Ade,
andrai qua e là fra oscuri
morti, svolazzando.

Frammento 80
SULLE BELLE CHIOME METTI GHIRLANDE
Tu, o Dice, sulle belle chiome metti ghirlande,
dalle tenere mani intrecciate con steli di aneto,
poichè le Càriti felici accolgono
chi si orna di fiori: fuggono chi è senza ghirlande.

Frammenti 88 e 93
SULLA TENERA ERBA APPENA NATA
Piena splendeva la luna
quando presso l’altare si fermarono:
e le Cretesi con armonia
sui piedi leggeri cominciarono
spensierate a girare intorno all’ara
sulla tenera erba appena nata.

Frammento 96
VORREI VERAMENTE ESSERE MORTA
Vorrei veramente essere morta.
Essa lasciandomi piangendo forte,
mi disse: ” Quanto ci è dato soffrire,
o Saffo: contro mia voglia
io devo abbandonarti.”
“Allontanati felice” risposi
“ma ricorda che fui di te
sempre amorosa.
Ma se tu dimenticherai
(e tu dimentichi) io voglio ricordare
i nostri celesti patimenti:
le molte ghirlande di viole e rose
che a me vicina, sul grembo
intrecciasti col timo;
i vezzi di leggiadre corolle
che mi chiudesti intorno
al delicato collo;
e l’olio da re, forte di fiori,
che la tua mano lisciava
sulla lucida pelle;
e i molli letti
dove alle tenere fanciulle joniche
nasceva amore della tua bellezza.
Non un canto di coro,
né sacro, né inno nuziale
si levava senza le nostre voci;
e non il bosco dove a primavera
il suono……

Frammento 97
AD ERMES
Ermes, io lungamente ti ho invocato.
In me è solitudine: tu aiutami,
despota, ché morte da sé non viene;
nulla m’alletta tanto che consoli.
Io voglio morire:
voglio vedere la riva d’Acheronte
fiorita di loto fresca di rugiada.

Frammento 98
AD ATTIDE RICORDANDO L’AMICA LONTANA
Forse in Sardi
spesso con la memoria qui ritorna
nel tempo che fu nostro: quando
eri Afrodite per lei e al tuo canto
moltissimo godeva.
Ora fra le donne Lidie spicca
come, calato il sole,
la luna dai raggi rosa
vince tutti gli astri, e la sua luce
modula sulle acque del mare
e i campi presi d’erba:
e la rugiada illumina la rosa,
posa sul gracile timo e il trifoglio
simile a fiore.
Solitaria vagando, esita
e a volte se pensa ad Attide:
di desiderio l’anima trasale,
il cuore è aspro.
E d’improvviso: “Venite!” urla;
e questa voce non ignota
a noi per sillabe risuona
scorrendo sopra il mare.

Frammento 116
QUALE DOLCE MELA
Quale dolce mela che su alto
ramo rosseggia, alta sul più
alto; la dimenticarono i coglitori;
no, non fu dimenticata: invano
tentarono raggiungerla…

Frammento 117
COME IL GIACINTO
Come il giacinto che i pastori pestano
per i monti, e a terra il fiore purpureo
sanguina.

Frammento 120
QUANTO DISPERSE LA LUCENTE AURORA
Espero, tutto riporti
quanto disperse la lucente Aurora:
riporti la pecora,
riporti la capra,
ma non riporti la figlia alla madre.

Frammento 152
HO UNA BELLA FANCIULLA
Ho una bella fanciulla
simile nell’aspetto ai fiori d’oro,
la mia Cleide diletta.
Io non la darei né per tutta la Lidia
né per l’amata………



L’arte…

arte

L’arte, Are (ordinare), Latino: Ars, Greco: Τέχνη indica la capacità umana di creare qualcosa,dove la capacità consiste nella conoscenza e applicazione delle regole ma allo stesso tempo la parola creatività include sempre un carattere di imprevedibilità. Nel suo significato più ampio l’arte, che come ben sappiamo nasce dal bisogno di comunicare, comprende ogni attività umana,svolta singolarmente o collettivamente,che, poggiando su accorgimenti tecnici, abilità innate e norme comportamentali derivanti dallo studio e dall’esperienza, porta a forme creative di espressione.

Analizzando la storia del concetto di arte vediamo che nel corso del tempo esso subisce una graduale trasformazione.

Nel periodo antico il concetto di arte era facilmente associabile alle Muse, che proteggevano e personificavano le diverse arti. Le Muse (in greco: Μοῦσαι, -ῶν; in latino: Mūsae, -ārum) erano 9 personaggi della mitologia greca e romana, figlie di Zeus e della dea Mnemosine o Memoria, o, secondo un’altra versione, di Gea (Terra) e Urano (Cielo). L’importanza delle muse nella mitologia antica fu assai elevata: esse infatti oltre a rappresentare l’ideale supremo dell’Arte, erano anche le depositarie della memoria e del sapere in quanto come abbiamo detto figlie di Zeus e Mnemosine. Sempre secondo il mito, Apollo era il loro protettore, esse venivano invitate sempre alle feste degli dèi e degli eroi perché allietassero i convitati con canti,danze e fantastici racconti. Preposte all’Arte in ogni campo, chiunque osasse sfidarle veniva severamente punito. Le Sirene per esempio, volendole sfidare nel canto, furono private delle proprie ali, utilizzate poi dalle stesse Muse. Il loro culto fu assai diffuso fra i Pitagorici ,infatti, la memoria spirituale è presupposto dell’educazione pitagorico/platonica, dove l’imparare non era altro che ricordare quello che l’anima aveva vissuto e le Muse rappresentavano tutte le potenzialità insite nell’essere umano che quindi dovevano solo essere cacciate fuori.

muse

I loro nomi erano:
Clio, colei che rende celebri, la Storia, raffigurata seduta e con una pergamena in mano;
Calliope, colei che ha bella voce, la Poesia epica, raffigurata con una tavoletta ed un libro;
Euterpe, colei che rallegra, la Poesia lirica, raffigurata con un flauto;
Erato, che provoca desiderio, la Poesia amorosa, raffigurata con la lira;
Melpomene, colei che canta, la Tragedia, raffigurata con una maschera,una spada ed un bastone;
Talia, festiva, la Commedia, raffigurata con una maschera, una ghirlanda d’edera ed un bastone;
Polimnia, dai molti inni, il Mimo, raffigurata senza alcun oggetto;
Tersicore, che si diletta della danza, la Danza, raffigurata con plettro e lira;
Urania, la celeste, l’Astronomia, raffigurata con un bastone puntato al cielo.

Ritornando al nostro veloce excursus sull’arte :

Nel periodo ellenistico iniziarono le prime classificazioni e le arti vennero divise in comuni e liberali, a seconda che richiedessero uno sforzo fisico o intellettuale.

Nel Medioevo si cominciano a rivalutare le arti comuni, che verranno chiamate meccaniche, ma continueranno ad avere un ruolo subalterno rispetto alle arti liberali. Dalle arti “meccaniche” vennero escluse diverse di quelle che noi oggi chiamiamo “belle arti”.

Fu con i trattati di Leon Battista Alberti che verso la metà del Quattrocento si ebbe una prima elevazione delle cosiddette “arti maggiori” (De re aedificatoria, De statua, De pictura), sottolineando l’importanza dell’aspetto intellettuale dell’artefice rispetto alla manualità

Invece Michelangelo Bonarroti viene generalmente indicato come il primo artista che si staccò dalla committenza, riconoscendo la massima indipendenza processo artistico.

Nel Rinascimento la condizione sociale degli artisti migliorò notevolmente essi vennero infatti separarti dagli scienziati e dagli artigiani.

Con la nascita delle accademie (seconda metà del XVI secolo) la frattura tra arti “maggiori” e “minori” fu netta: da una parte il sapere accademico, teorico e razionalizzato, dall’altra il mestiere di bottega, pratico e confusionario.

Dalla fine del Settecento cominciarono le prime crisi del concetto di bello e di arte. Stavano nascendo nuove forme di espressione come la fotografia, l’architettura industriale, l’oggettistica per la casa, e bisognava farle rientrare nel concetto di arte. Per tale motivo nel Novecento si è abbandonata l’idea di una definizione onnicomprensiva di arte e di opera d’arte. Il termine arte diventa un concetto aperto, in cui tutte le possibili definizioni dell’arte confluiscono.

modernart

Comunque giusto per darvi un idea la più recente suddivisione delle arti che ho trovato durante le mie ricerche è basata sui sensi umani,ed è costituita da:


Arti visive-tattili

  • Pittura
  • Scultura
  • Architettura
  • Capo d’abbigliamento
  • Arte tessile

Arti foniche

  • Tramite corpo umano
  • Canto
  • Dizione
  • Tramite strumenti musicali
  • Musica

Arti audiovisive
Scrittura

  • Prosa
  • Poesia
  • Sceneggiatura

Fotopoiete

  • Fotografia
  • Cinematografia
  • Multivisione

Disegno

  • Disegno Architettonico
  • Design

Arte sequenziale

  • Fumetto
  • Fotoromanzo

Arte drammatica

  • Teatro
  • Televisione

Tramite corpo umano

  • Danza
  • Atletica leggera

Arti gustative

  • Cucina
  • Preparazione di cocktail

Arti olfattive

  • Profumeria

Arti sperimentate

  • Applicazioni della Scienza/Tecnologia

 


In conclusione ritengo che l’ arte ,come capita spesso anche per la filosofia, per quanto possa essere affascinante e travolgente viene spesso giudicata un espressione apparentemente inutile, priva di uno scopo ,fine solo a se stessa ,ma come possiamo notare nel corso del tempo si trasforma in importante fonte storica,in testimonianza di valori che da temporali divengono eterni. Poichè l’arte e’ più di ogni altra cosa espressività dell’universo, della società che circonda ,del mondo in continua evoluzione ma soprattutto di un mondo interiore ricco e scalpitante e di quel mondo immaginario in cui amiamo rifugiarci stanchi,al far della sera. Essa infatti attraverso gli strumenti e i materiali che più ci piacciono sa dare vita alla nostra fantasia,alle forti emozioni,ai nostri più intimi sentimenti e come ben sappiamo senza queste cose la nostra sarebbe una vita senza colori , una realtà senza poesia ,un dormire senza più sognare.



Poesie varie:

LA SERA

Quando del giorno la fine si compie,

l’incompiuto si desta.

È la sua voce che senti
nel canto della sera:
esce fuori dalle ombre e ti sussurra
il perenne inizio di mille età,
in cui la tua anima risorge e spera.

La sera porta oltre
i confini del giorno,
e ispira segni
e figure di un nuovo mondo.

Dall’Incompiuto nasce
tutto ciò che si compie!

Esiste qualcosa di più grande e più puro
rispetto a ciò che la bocca pronuncia.
Il silenzio illumina l’anima,
sussurra ai cuori e li unisce.
Il silenzio ci porta lontano da noi stessi,
ci fa veleggiare
nel firmamento dello spirito,
ci avvicina la cielo;
ci fa sentire che il corpo
è nulla più che una prigione,
e questo mondo è un luogo d’esilio.

K. Gibran- Le ali spezzate

IMMAGINO
Immagina che la tua vista non conosca limiti
che non esistano pareti
che non esistano pregiudizi
che non esista cosa impossibile da raggiungere col pensiero
e con l’anima

Immagina di essere insieme a me
nel posto che preferisci
insignificante per la gente ma ignoto come l’universo
per noi
nell’attimo in cui ci sentiamo uniti come non lo siamo mai stati

Immagina che non sei sola
che io sono con te e che
la mia gioia più grande è sapere che ti ho incontrata.

Immagina che niente è indispensabile
che tutto è rimandabile a domani e che
essere insieme è l’unica cosa che conta.
Immagina che tu abbia capito tutto e di essere stanca.

Io immagino di sentirmi solo
in compagnia del nulla
al di là del quale la ragione cerca d’attingere
senza risposta…

La sola cosa che riesco a trovare è la felicità
che con te sai portare.
In me…
G.Bruno

DEL MONDO
Io nacqui a debellar tre mali estremi Tirannide, sofismi, ipocrisia:
Ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, senno, amor m’insegnò Temi.

Questi principii son veri e supremi.
Della scoverta gran filosofia,
Rimedio con tra la trina bugia,
Sotto cui tu piangendo, mondo, fremi.

Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
Ingiustizia, lussuria, accidia, sdegno;
Tutti a que’ tre gran mali sottostanno,

Che nel cieco amor proprio, figlio degno
D’ignoranza, radice e fomento hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.
T.Campanella

AMA E FAI QUEL CHE VUOI
Se taci, taci per amore.
Se parli, parla per amore.
Se correggi, correggi per amore.
Se perdoni, perdona per amore.
Metti in fondo al cuore
La radice dell’amore.
Da questa radice
Non può che maturare il bene.
S. Agostino

L’ALBATRO

Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri, grandi uccelli marini che seguono, indolenti compagni di viaggio, il bastimento scivolante sopra gli abissi amari.
Appena li hanno deposti sulle tavole, questi re dell’azzurro, goffi e vergognosi, miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi, candide ali, quasi fossero remi.
Com’è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato! Lui, poco addietro così bello, com’è brutto e ridicolo. Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro, zoppicando, mima l’infermo che prima volava.
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell’arciere, assomiglia in tutto al principe delle nubi: esiliato in terra, fra gli scherni, non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.

C.Boudlaire


LA VITA ANTERIORE

Ho a lungo abitato sotto ampi portici che i soli marini tingevano di mille fuochi e che grandi, dritti e maestosi pilastri rendevano simili a grotte di basalto.
I marosi rotolando le immagini dei cieli, mischiavano in maniera solenne e mistica i possenti accordi della loro ricca musica ai colori del tramonto riflessi dai miei occhi.
È là che ho vissuto in calma voluttà, nell’azzurro, fra onde, splendori e schiavi nudi che, impregnati di profumi, mi rinfrescavano la fronte agitando palme. Loro unico scopo, rendere più profondo il segreto doloroso in cui languivo.

C.Boudlaire


SONO UNA STELLA

Sono una stella del firmamento

che osserva il mondo, disprezza il mondo
e si consuma nella propria luce.

Sono il mare che di notte si infuria,
che mare che si lamenta, pesante di vittime
che ad antichi peccati, nuovi ne accumula.

Sono bandito dal vostro mondo
cresciuto nell’orgoglio e dall’orgoglio tradito,
sono il re senza terra.

Sono la passione muta
in casa senza camino, in guerra senza spada
e ammalato sono della propria forza.
Hermann Hesse

La mia anima è alacre come il fuoco
trascorre tra le mie dita come un rosario
Non prego perché sono un poeta della sventura
che tace, a volte, le doglie di un parto dentro le ore,
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
sono la ninnanànna che fa piangere i figli,
sono la vanagloria che si lascia cadere,
il manto di metallo di una lunga preghiera
del passato cordoglio che non vede la luce.

Alda Merini -La volpe e il sipario


O voi che cercate quanto vi è di più alto e di più perfetto,
nella profondità della sapienza,
nel tumulto dell’azione,
nel buio del passato,
nel labirinto del futuro,
nelle tombe e al di sopra delle stelle!
Conoscete il suo nome?
Il nome di ciò che uno e tutto?
Il suo nome è bellezza.
Friedrich Hölderlin

…Essere uno con il tutto, questo è il vivere degli dei; questo è il cielo per l’uomo Essere uno con tutto ciò che vive! Con queste parole la virtù depone la sua austera corazza, lo spirito umano lo scettro e tutti i pensieri si disperdono innanzi all’immagine del mondo eternamente uno e la ferrea fatalità rinuncia al suo potere e la morte scompare dalla società delle creature e l’indissolubilità e l’eterna giovinezza rendono felice e bello il mondo un dio è l’uomo quando sogna, un mendicante quando riflette… Friedrich Hölderlin


IL SOLE TRAMONTAVA

Il sole tramontava, continuava
a tramontare,e io non percepivo
sul villaggio i colori della sera,
di casa in casa era mezzogiorno.
Il giorno si attenuava, continuava
ad attenuarsi, non c’era rugiada
sull’erba: si posava sulla fronte
e poi mi si spargeva sopra il viso.
Dormivano i miei piedi, continuavano
a dormire, ma le dita eran sveglie,
e tuttavia, perchè un così lieve
suono veniva dalla mia sembianza?
Conoscevo bene la luce, prima,
e non la posso più vedere adesso.
Questo è morire, e io sto morendo
ma non ho paura di saperlo.
Emily Dickinson

L’ AMORE IDEALE

Metto le ali al tuo amore ideale
e di bellezza vera
vivifica in esseri
affini alla gioia e al bene
vivifica in amore
eternamente per te stesso
perché il tuo nome è amore.

J.Keats


QUESTO AMORE
Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E’ tuo
E’ mio
E’ stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.
Jacques Prevèrt


DAI IL MEGLIO DI TE

L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico
NON IMPORTA, AMALO
Se fai il bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici
NON IMPORTA, REALIZZALI
Il bene che fai verrà domani dimenticato
NON IMPORTA, FA’ IL BENE
L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile
NON IMPORTA, SII FRANCO E ONESTO
Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo
NON IMPORTA, COSTRUISCI
Se aiuti la gente, se ne risentirà
NON IMPORTA, AIUTALA
Da’ al mondo il meglio di te, e ti prenderanno a calci
NON IMPORTA, DA’ IL MEGLIO DI TE.

TROVA IL TEMPO

Trova il tempo di pensare
Trova il tempo di pregare
Trova il tempo di ridere
È la fonte del potere
È il più grande potere sulla Terra
È la musica dell’anima.

Trova il tempo per giocare
Trova il tempo per amare ed essere amato
Trova il tempo di dare
È il segreto dell’eterna giovinezza
È il privilegio dato da Dio
La giornata è troppo corta per essere egoisti.

Trova il tempo di leggere
Trova il tempo di essere amico
Trova il tempo di lavorare
E’ la fonte della saggezza
E’ la strada della felicità
E’ il prezzo del successo.

Trova il tempo di fare la carità
E’ la chiave del Paradiso.

INNO ALLA VITA

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.

La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.

La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.

La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.

La vita è la vita, difendila.

Madre Teresa di Calcutta


Sono già centinaia i ricordi nel mio cuore di forestiero,
È ancora lunga migliaia di li la strada del mio viaggio solitario.
Il fiume si oscura: sta per piovere;
Le onde si fanno bianche: comincia a tirare vento.
He Xun

Trenta raggi convergono sul mozzo,
ma è il foro centrale che rende utile la ruota.
Plasmiamo la creta per formare un recipiente,
ma è il vuoto centrale che rende utile un recipiente.
Ritagliamo porte e finestre nella pareti di una stanza:
sono queste aperture che rendono utile una stanza.

Perciò il pieno ha una sua funzione,
ma l’utilità essenziale appartiene al vuoto.
Lao Tzu


UN DONO
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’amore,
e fallo conoscere al mondo.
M. Gandhi

LA NOSTRA PAURA PIU’ PROFONDA
La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E’ la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: ” Chi sono io per essere brillante, pieno di talento, favoloso? “
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c’è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
Nelson Mandela